INTEGRARSI, COME UNA GOCCIA NEL MARE, di Carlo Rossi

Il mio percorso lavorativo, prima di giungere in Tecnair, si è svolto in una piccola ditta artigiana d’installazioni elettriche di provincia. Eravamo una manciata di operai tutti italiani. Le lingue più esotiche che avevo l’occasione di ascoltare erano il dialetto stretto di qualche carpentiere bergamasco o le esclamazioni colorite (naturalmente sempre per fini costruttivi) di qualche muratore siciliano. Ora, proiettato dal 2015 nella realtà lavorativa della Tecnair, mi rendo conto in prima persona di come la società sia profondamente diversificata nelle culture con cui mi confronto giornalmente e che rispecchiano l'ampio ruolo internazionale del gruppo LU-VE. Lavoro con ragazzi provenienti dall'Europa, Asia, Sud-America, Africa e, nel mio piccolo, divento io stesso una goccia nel distillato chiamato globalizzazione. 
Da sx in piedi Anatoli Bezhenar e Davide Gatti. Seduti da sx: Carlo Rossi, Djino Talain, Attilio e Alex Lopez. Grande assente Costantin Ghetau.

Comprendo che spesso è il pregiudizio che limita e offusca la nostra visione; quel giudizio espresso a priori, e spesso condizionato dai propri timori e ignoranza, per la non conoscenza di chi ci troviamo di fronte. Liquidiamo con faciloneria la questione, intorpiditi dalla nostra pigrizia mentale, trovando assai più semplice appiccicar loro un'etichetta di convenienza. Personalmente ho incontrato solo delle persone con i propri sogni e speranze, eguali a me nelle esigenze e timori per la propria famiglia o la funambolica arte di far quadrare i conti a fine mese. Persone con pregi e difetti con cui condividere e litigare, consigliare e farsi consigliare, sempre con il reciproco rispetto, doveroso ed imprescindibile da qualsiasi colore di passaporto. Ciò che non conosciamo ci spaventa, ci isola, e una goccia da sola può ben poco nelle acque agitate, ma il confronto continuo e la tolleranza ci farà crescere fino a farci esclamare: “ E il naufragar m’è dolce in questo mare”.